Shawn Layden contro i live service: 'Non sono veri videogiochi'

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Shawn Layden contro i live service: 'Non sono veri videogiochi'

L’ex presidente di Sony Interactive Entertainment critica il modello dei live service, sottolineando che non rappresentano realmente dei videogiochi ma dispositivi di coinvolgimento basati su azioni ripetitive.

Shawn Layden spiega che un vero videogioco necessita di tre elementi chiave: una storia, un personaggio e un mondo in cui immergersi. Secondo lui, i live service si basano invece su meccaniche ripetitive per mantenere alta l’utenza, mancando dei valori fondamentali come narrazione e immersività. Pur riconoscendo il loro valore economico, avverte però dei rischi nel puntare esclusivamente su questo tipo di progetti.

I live service e la loro vera natura secondo Layden

In un'intervista concessa a The Ringer, Shawn Layden, l'ex presidente di Sony Interactive Entertainment, ha espresso opinioni forti e chiare riguardo i giochi live service, definendoli più come un sistema di coinvolgimento piuttosto che come giochi veri e propri. Secondo Layden, un vero videogioco deve avere tre elementi essenziali: una storia, un personaggio e un mondo in cui il giocatore possa immergersi. Egli afferma che titoli iconici come Horizon Zero Dawn, God of War e Uncharted soddisfano questi criteri, mentre i giochi live service tendono a concentrarsi su azioni ripetitive e su meccaniche di coinvolgimento che non creano la stessa connessione emotiva con il giocatore. Questo punto di vista invita a riflettere su come i videogiochi siano evoluti negli ultimi anni e su come il mercato stia rispondendo a questa nuova tendenza.

La critica di Layden ai live service

Layden ha osservato che l'approccio dei live service è principalmente commerciale e mira a mantenere alta l'utenza attraverso meccaniche di gioco che si basano sulla ripetizione. "Un live service non è propriamente un gioco", afferma, "è piuttosto un dispositivo di coinvolgimento basato su azioni ripetitive". Questa affermazione mette in evidenza una crescente frustrazione tra i giocatori, molti dei quali si sentono saturi di giochi che si concentrano più sul guadagno economico che sulla creazione di esperienze significative. Layden invita i creatori a considerare che un gioco non deve solo intrattenere, ma anche raccontare storie e costruire mondi significativi, valori che spesso mancano nei titoli live service.

Il rischio di investire solo nei live service

Nel corso della sua carriera, Layden ha visto un crescente interesse da parte di Sony verso i giochi live service, una direzione che ha generato sia successi che fallimenti. Ricorda come durante il ciclo vitale di PS4, la casa giapponese abbia pianificato di lanciare una serie di titoli live service, ma molte di queste aspettative sono state ridimensionate a causa di risultati altalenanti. Layden avverte che mettere tutte le speranze nel modello live service può essere rischioso, poiché il mercato è altamente competitivo e solo pochi titoli riescono a emergere con successo. Al contrario, i giochi single-player con storie forti e mondi immersivi continuano a trovare un pubblico leale e appassionato.

Il futuro dei videogiochi secondo Layden

Layden conclude la sua analisi invitando gli sviluppatori a non abbandonare completamente le esperienze tradizionali. Egli sostiene la necessità di un equilibrio tra i live service e i giochi più tradizionali, affermando che la varietà è fondamentale per il futuro dell'industria videoludica. "Se provi a entrare in quel settore perché hai l'illusione di incassare un sacco di soldi ogni giorno per il resto della tua vita, per la maggior parte non succederà". Questa osservazione non solo riflette la sua preoccupazione per i modelli di business, ma anche per l'evoluzione dell'esperienza di gioco stessa, che dovrebbe continuare a includere storie avvincenti e personaggi memorabili.

Le conseguenze della transizione verso i live service

La transizione dell'industria verso i live service ha portato a un cambiamento significativo nel modo in cui i giochi vengono sviluppati e commercializzati. Layden avverte che, sebbene i live service possano generare entrate immediate, la loro sostenibilità a lungo termine è incerta. Inoltre, il rischio di saturazione del mercato potrebbe portare a una diminuzione della qualità dei giochi, poiché le aziende potrebbero concentrarsi più sulla quantità di contenuti da produrre piuttosto che sulla loro qualità. Layden invita a riflettere su questo cambiamento, sottolineando l'importanza di mantenere un equilibrio tra l'innovazione, la creatività e il rispetto per i valori fondamentali del videogioco, come la narrazione e l'immersione.

Conclusione: una nuova visione per l'industria videoludica

In definitiva, le affermazioni di Shawn Layden offrono uno spunto di riflessione profondo sull'evoluzione dell'industria videoludica. Mentre il mercato si muove verso i modelli di live service, è essenziale non dimenticare le radici dei videogiochi: storie coinvolgenti, personaggi memorabili e mondi da esplorare. "I migliori giochi sono quelli che ci raccontano qualcosa, ci portano in un viaggio", conclude Layden, evidenziando così la necessità di ritornare a quei valori che hanno reso i videogiochi un medium così potente e significativo. La sfida per gli sviluppatori e i publisher sarà quella di trovare un modo per coniugare il successo commerciale con la sostanza e la profondità, creando giochi che non solo intrattengano, ma che lascino un segno nel cuore dei giocatori.
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