Kumail Nanjiani e il flop di Eternals: il lato umano dietro il successo Marvel

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Kumail Nanjiani e il flop di Eternals: il lato umano dietro il successo Marvel

L'attore di Kingo racconta il peso emotivo dell'insuccesso del film Marvel Eternals e come lo abbia portato a intraprendere un percorso di terapia.

Eternals, nonostante le aspettative, fu un flop commerciale e di critica che ha segnato profondamente l'attore Kumail Nanjiani. Un'intervista sincera sulle difficoltà vissute e le conseguenze nella sua carriera e vita personale.

Eternals, film Marvel del 2021 diretto da Chloé Zhao, è stato atteso con grande entusiasmo sia dai fan che dalla critica, poiché rappresentava una nuova direzione per l'Universo Cinematografico Marvel (MCU). Tuttavia, al momento della sua uscita, ha clamorosamente deluso le aspettative, non riuscendo a raggiungere il successo sperato al botteghino e tra le recensioni degli esperti, diventando uno dei titoli meno apprezzati dell'MCU. Con una valutazione di Rotten Tomatoes che si attesta solo al 47%, Eternals è stato considerato un flop commerciale significativo. Questo insuccesso ha avuto ripercussioni non solo sul franchise, ma anche sugli attori coinvolti, tra cui Kumail Nanjiani, che ha interpretato il personaggio di Kingo. Nanjiani, in un'intervista rilasciata al podcast Working It Out, ha condiviso il suo vissuto e il peso emotivo che l'insuccesso del film ha avuto su di lui. L'attore ha parlato di come abbia affrontato una crisi personale legata alle aspettative non soddisfatte e alla pressione di dover dimostrare il proprio valore in un contesto così competitivo.
Questo contesto evidenzia le enormi pressioni che gli attori possono vivere, a maggior ragione quando si tratta di produzioni di grande calibro come quelle della Marvel. La sua esperienza porta a riflettere su come il fallimento professionale possa influenzare la vita personale e la salute mentale degli artisti, un aspetto che spesso rimane nascosto dietro il glamour delle produzioni cinematografiche.
Kumail Nanjiani, che aveva firmato un contratto per ben sei film Marvel, aveva visto in Eternals un'opportunità unica per lanciare la sua carriera a livelli ancora più alti. Tuttavia, la realtà del flop ha aperto un capitolo inaspettato nella sua vita, inducendolo a confrontarsi con la propria autostima e le sue ambizioni. Durante il podcast, ha rivelato come l'uscita del film e le sue critiche negative lo abbiano profondamente colpito, tanto da spingerlo a cercare aiuto terapeutico. Nanjiani ha spiegato che, dopo il rilascio di Eternals, ha preso coscienza della fragilità del suo stato mentale e della necessità di parlare delle proprie emozioni. "Ho avuto un anno intero durante la pandemia per riflettere su di me e su ciò che volevo dalla mia carriera" ha dichiarato. La sua vulnerabilità è scaturita non solo dal flop del film, ma anche dalla pressione di dover soddisfare le alte aspettative sia della Marvel che dei fan, creando un conflitto interiore che ha portato a una crisi esistenziale.
Questo porta a farci interrogare sull'importanza di affrontare e condividere le proprie esperienze di fallimento, specialmente in un settore dove il successo viene spesso misurato in termini di box office e approvazione critica.
La vicenda di Eternals illustra le pressioni psicologiche che possono gravare sugli attori in grandi produzioni e offre una riflessione sul rapporto tra successo pubblico e benessere personale. Kumail Nanjiani ha condiviso che, sebbene il suo personaggio in Eternals fosse molto atteso, la disillusione che ne è seguita ha messo in discussione la sua carriera. "Pensavo che Eternals sarebbe stato un grande passo avanti per me, ma il flop ha rappresentato, in un certo senso, un ritorno alla realtà" ha affermato. La sua esperienza mette in luce una verità scomoda dell'industria cinematografica: nonostante i successi, il rischio di fallimento è sempre presente. Nanjiani ha rivelato di aver dovuto rivedere i suoi piani e le sue aspettative, affrontando un lungo percorso di crescita personale all'interno di una terapia mirata a gestire questi sentimenti di inadeguatezza e fallimento.
La sua storia può servire da esempio per altri professionisti dell'industria, mostrando che è possibile rialzarsi e trovare un nuovo equilibrio anche dopo un insuccesso. La vulnerabilità, in questo caso, non è vista come un segno di debolezza, ma come un passo necessario per la crescita e la resilienza.

Kumail Nanjiani: riflessioni su 'Eternals' e salute mentale

In questo estratto dell’intervista completa su “Inside of You”, Nanjiani parla apertamente di come le critiche ricevute da Eternals abbiano inciso sulla sua autostima, alimentato ansia e panic attacks e lo abbiano portato a iniziare una terapia — un complemento diretto al pezzo sul peso psicologico delle grandi produzioni.
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